Bibbia Comparata

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1 Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù. 1 Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che ce l’avevano condotto. 1 Or Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò dagli Ismaeliti che lo avevano portato laggiù.
At 7,9
2 Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. 2 Il SIGNORE era con Giuseppe: a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano. 2 L’Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava e stava nella casa del suo padrone, l’Egiziano.
3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva. 3 Il suo padrone vide che il SIGNORE era con lui e che il SIGNORE gli faceva prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva. 3 E il suo padrone vide che l’Eterno era con lui, e che l’Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva.
4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. 4 Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e si occupava del servizio personale di Potifar, il quale lo fece maggiordomo della sua casa e gli affidò l’amministrazione di tutto quello che possedeva. 4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui ed entrò al servizio personale di Potifar, che lo fece soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto possedeva.
5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna. 5 Dal momento che l’ebbe fatto maggiordomo della sua casa e gli ebbe affidato tutto quello che possedeva, il SIGNORE benedisse la casa dell’Egiziano per amore di Giuseppe; la benedizione del SIGNORE si posò su tutto ciò che egli possedeva, in casa e in cam 5 Dal momento che l’ebbe fatto soprintendente della sua casa e di tutto quanto possedeva, l’Eterno benedisse la casa dell’Egiziano a motivo di Giuseppe; e la benedizione dell’Eterno fu su tutto quanto egli aveva, in casa e in campagna.
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto. 6 Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; non s’occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava. Giuseppe era avvenente e di bell’aspetto. 6 Così Potifar lasciò tutto quanto aveva nelle mani di Giuseppe e non si preoccupava più di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. Or Giuseppe era bello di forma e di bell’aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Còricati con me!». 7 Dopo queste cose, la moglie del padrone di Giuseppe gli mise gli occhi addosso e gli disse: «Unisciti a me!» 7 Dopo queste cose, avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Coricati con me».
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non mi chiede conto di quanto è nella casa e mi ha affidato tutto quello che ha. 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non si preoccupa di quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto ha.
9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nient’altro, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?». 9 In questa casa, egli stesso non è più grande di me e nulla mi ha vietato, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?» 9 Non c’è alcuno più grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?».
10 E benché giorno dopo giorno ella parlasse a Giuseppe in tal senso, egli non accettò di coricarsi insieme per unirsi a lei. 10 Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì a unirsi né a stare con lei. 10 Nonostante il fatto che lei ne parlasse a Giuseppe ogni giorno, egli non acconsentì a coricarsi con lei né a darsi a lei.
11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era alcuno dei domestici. 11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c’era nessuno della gente di casa; 11 Un giorno avvenne che egli entrò in casa per fare il suo lavoro, e non vi era in casa nessuno dei domestici.
12 Ella lo afferrò per la veste, dicendo: «Còricati con me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e se ne andò fuori. 12 allora lei lo afferrò per la veste e gli disse: «Unisciti a me!» Ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì. 12 Allora ella lo afferrò per la veste, e gli disse: «Coricati con me». Ma egli le lasciò in mano la sua veste, fuggì e corse fuori.
13 Allora lei, vedendo che egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 13 Quando lei vide che egli le aveva lasciato la veste in mano e che era fuggito, 13 Quando ella vide che egli le aveva lasciato in mano la sua veste e che era fuggito fuori,
14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per divertirsi con noi! Mi si è accostato per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce. 14 chiamò la gente di casa sua e disse: «Vedete, ci ha portato un Ebreo perché questi si prendesse giuoco di noi; egli è venuto da me per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 14 chiamò i suoi domestici, e disse loro: «Vedete, egli ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi giuoco di noi; egli è venuto da me per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce.
15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito e se ne è andato fuori». 15 E com’egli ha udito che io alzavo la voce e gridavo, mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 15 Come egli mi ha udito alzare la voce, gridare, ha lasciato la sua veste vicino a me, è fuggito ed è corso fuori».
16 Ed ella pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. 16 E si tenne accanto la veste di lui finché il suo padrone non tornò a casa. 16 Così ella tenne accanto a sé la veste di lui, finché il suo padrone non fu tornato a casa.
17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per divertirsi con me. 17 Allora gli parlò in questa maniera: «Quel servo ebreo che hai condotto in casa è venuto da me per prendersi giuoco di me. 17 Allora ella gli parlò in questa maniera: «Quel servo Ebreo, che tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi giuoco di me.
18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori». 18 Ma appena io ho alzato la voce e ho gridato, egli mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 18 Ma come io ho alzato la voce e ho gridato egli ha lasciato la sua veste vicino a me ed è fuggito fuori».
19 Il padrone, all’udire le parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira. 19 Quando il padrone di Giuseppe udì le parole di sua moglie che gli diceva: «Il tuo servo mi ha fatto questo!» si accese d’ira. 19 Così, quando il suo padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava in questo modo dicendo: «Il tuo servo mi ha fatto questo!», si accese d’ira.
Sal 105,18s
20 Il padrone prese Giuseppe e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re. Così egli rimase là in prigione. 20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo dove si tenevano chiusi i carcerati del re. Egli era dunque là in quella prigione. 20 Allora il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise in prigione nel luogo dove erano rinchiusi i carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione.
21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione. 21 E il SIGNORE fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovar grazia agli occhi del governatore della prigione. 21 Ma l’Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione.
22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione, e quanto c’era da fare là dentro lo faceva lui. 22 Così il governatore della prigione affidò alla sorveglianza di Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; e nulla si faceva senza di lui. 22 Così il direttore della prigione affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era responsabile di tutto quanto si faceva là dentro.
23 Il comandante della prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva. 23 Il governatore della prigione non rivedeva niente di quello che era affidato a lui, perché il SIGNORE era con lui, e il SIGNORE faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva. 23 Il direttore della prigione non controllava più nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché l’Eterno era con lui, e l’Eterno faceva prosperare tutto quanto egli faceva.