RIFERIMENTI |
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| NUOVA CEI |
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| NUOVA RIVEDUTA |
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| NUOVA DIODATI |
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1 Onora il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui. |
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2 Dall’Altissimo infatti viene la guarigione, e anche dal re egli riceve doni. |
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3 La scienza del medico lo fa procedere a testa alta, egli è ammirato anche tra i grandi. |
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4 Il Signore ha creato medicamenti dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza. |
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5 L’acqua non fu resa dolce per mezzo di un legno, per far conoscere la potenza di lui? |
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6 Ed egli ha dato agli uomini la scienza perché fosse glorificato nelle sue meraviglie. |
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7 Con esse il medico cura e toglie il dolore, |
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8 con queste il farmacista prepara le misture. Certo non verranno meno le opere del Signore; da lui proviene il benessere sulla terra. |
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9 Figlio, non trascurarti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà. |
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10 Allontana l’errore, regola le tue mani, purifica il cuore da ogni peccato. |
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11 Offri l’incenso e un memoriale di fior di farina e sacrifici pingui secondo le tue possibilità. |
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12 Poi ricorri pure al medico, perché il Signore ha creato anche lui: non stia lontano da te, poiché c’è bisogno di lui. |
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13 Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani; |
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14 anch’essi infatti pregano il Signore perché conceda loro di dare sollievo e guarigione per salvare la vita. |
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15 Chi pecca contro il proprio creatore cada nelle mani del medico. |
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16 Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che soffre profondamente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo le sue volontà e non trascurare la sua tomba. |
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17 Piangi amaramente e alza il tuo caldo lamento, il lutto sia proporzionato alla sua dignità, un giorno o due per evitare maldicenze, poi consólati del tuo dolore. |
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18 Infatti dal dolore esce la morte, il dolore del cuore logora la forza. |
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19 Nella disgrazia resta il dolore, una vita da povero è maledizione del cuore. |
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20 Non abbandonare il tuo cuore al dolore, scaccialo ricordando la tua fine. |
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21 Non dimenticare che non c’è ritorno; a lui non gioverai e farai del male a te stesso. |
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22 Ricòrdati della mia sorte, che sarà anche la tua: ieri a me e oggi a te. |
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23 Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo; consólati di lui, ora che il suo spirito è partito. |
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24 La sapienza dello scriba sta nel piacere del tempo libero, chi si dedica poco all’attività pratica diventerà saggio. |
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25 Come potrà divenire saggio chi maneggia l’aratro e si vanta di brandire un pungolo, spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro e parla solo di vitelli? |
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26 Dedica il suo cuore a tracciare solchi e non dorme per dare il foraggio alle giovenche. |
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27 Così ogni artigiano e costruttore che passa la notte come il giorno: quelli che incidono immagini per sigilli e con pazienza cercano di variare le figure, dedicano il cuore a riprodurre bene il disegno e stanno svegli per terminare il lavoro. |
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28 Così il fabbro che siede vicino all’incudine ed è intento al lavoro del ferro: la vampa del fuoco gli strugge le carni, e col calore della fornace deve lottare; il rumore del martello gli assorda gli orecchi, i suoi occhi sono fissi sul modello di un oggetto, dedica il suo cuore a finire il lavoro e sta sveglio per rifinirlo alla perfezione. |
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29 Così il vasaio che è seduto al suo lavoro e con i suoi piedi gira la ruota, è sempre in ansia per il suo lavoro, si affatica a produrre in gran quantità. |
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30 Con il braccio imprime una forma all’argilla, mentre con i piedi ne piega la resistenza; dedica il suo cuore a una verniciatura perfetta e sta sveglio per pulire la fornace. |
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31 Tutti costoro confidano nelle proprie mani, e ognuno è abile nel proprio mestiere. |
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32 Senza di loro non si costruisce una città, nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi. Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo, |
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33 nell’assemblea non hanno un posto speciale, non siedono sul seggio del giudice e non conoscono le disposizioni della legge. Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto, non compaiono tra gli autori di proverbi, |
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34 ma essi consolidano la costruzione del mondo, e il mestiere che fanno è la loro preghiera. Differente è il caso di chi si applica a meditare la legge dell’Altissimo. |
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