Sui Passi della Fede

– Padre Nostro –


Don Bruno Maggioni
Don Bruno Maggioni

INDICE:


1. Padre Nostro
2. Che sei nei cieli
3. Sia santificato il tuo Nome
4. Venga il tuo Regno
5. Sia fatta la tua volontà
6. Come in cielo così in terra
7. Il nostro pane quotidiano
8. Rimetti a noi i nostri debiti
9. Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
10. Non ci indurre in tentazione
11. Ma liberaci dal male
12. I mille volti del Padre Nostro
Venga il tuo Regno

Per comprendere la seconda domanda del Padre Nostro («Venga il tuo Regno») bisogna anzitutto ricordare che il Regno di Dio è già presente nella nostra storia, ma in modo ancora incompiuto, come un seme. Il discepolo di Gesù prega perché Dio ne affretti il compimento. «Vieni, Signore Gesù» era l’invocazione pressante, quasi impaziente, dei primi cristiani (1 Cor 16,22; Ap 22,20). Ma che cosa significa “Regno di Dio”? Per rispondere occorre riferirsi a tutta la predicazione di Gesù e a tutta la sua vita. L’evangelista Marco introduce la missione pubblica di Gesù con una frase riassuntiva, che tocca direttamente il nostro argomento (1,14): «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo». In questa affermazione sintetica e certamente missionaria, il Vangelo e il Regno sembrano quasi sovrapporsi. Dio è qui e agisce, ecco la lieta notizia del Regno, dalla quale scaturisce per il credente un duplice stupore: che Dio ami l’uomo fino a quel punto e che l’uomo conti fino a quel punto. La lieta notizia del Regno svela contemporaneamente il volto di Dio e dell’uomo, è al tempo stesso teologica e antropologica. Se poi si legge questa notizia nel complesso dell’intero Vangelo e alla luce della prassi di Gesù, allora si comprende non soltanto che Dio è fra noi, ma che la sua presenza è carica di novità. In qualsiasi modo Gesù parli del Regno e qualsiasi aspetto illustri, non manca mai di sottolineare una novità che esige dall’ascoltatore un’inversione di marcia, un modo nuovo di considerare le cose, a incominciare dalla stessa azione di Dio. Capire questa novità, e restarne affascinati, è importante, perché il cristiano non è chiamato ad annunciare un Regno di Dio come lui lo immagina, ma come Gesù lo ha veramente annunciato. Nuovi, ad esempio, sono i tratti della misericordia e della universalità. Per mostrare il Regno di Dio Gesù ha accolto, servito, perdonato. La sua prassi missionaria, che egli stesso ha indicato come uno specchio dell’amore di Dio, è sempre caratterizzata dall’accoglienza degli esclusi, a incominciare dai peccatori. Nella misericordia di Gesù è poi racchiuso anche il tratto della universalità. La misericordia di Gesù supera ogni differenza fra gli uomini, travolge ogni barriera emarginante. Gesù, infatti, Vede l’uomo semplicemente nel suo rapporto con Dio o, meglio, nel rapporto che Dio ha con lui. Qui sta la nota sorprendente del Regno di Dio, che deve qualificare ogni atteggiamento cristiano. Gesù vede l’uomo davanti a Dio, e le altre cose per lui scompaiono: se appartiene a una razza o a un’altra, a una cultura o a un’altra, persino se è giusto o peccatore, Gesù vede l’uomo come Dio guarda quell’uomo: questo è lo sguardo nuovo che scende nella profondità dell’uomo, cogliendovi quella dignità che appartiene a ogni uomo. La società del tempo, sia civile che religiosa, si è ribellata a questo sguardo di Gesù, perché la società ha sempre bisogno di catalogare gli uomini, dividendoli e separandoli. Ma se si osserva l’uomo come Dio sta davanti a quell’uomo, allora non si ha più motivo per accettare differenze, gerarchie e privilegi. E si diventa universali. Questo sguardo è il Regno di Dio. Certo la giustizia e il peccato, la verità e la menzogna non sono la stessa cosa. Se un uomo è nel peccato bisogna dirgli che è peccatore, se è nell’errore bisogna dirgli che sbaglia. Ma tutto questo non deve minimamente intaccare la solidarietà nei suoi confronti, l’accoglienza, il perdono, il coraggio di annunciargli il Regno. Aiutare l’uomo a sentirsi accolto da Dio, aiutarlo a scoprire il volto sorprendente del Dio di Gesù Cristo, è pregare «venga il tuo Regno». A questo punto si comprende perché Gesù – volendo elencare i segni dell’appartenenza al Regno – vi abbia incluso anche questo: «Ero straniero e mi avete ospitato». Straniero significa l’uomo diverso e distante per razza, cultura, costumi e religione. E’ proprio in quest’uomo che il Signore Gesù si identifica. E lo fa perché il Regno di Dio è proprio così. La seconda domanda del Padre Nostro «venga il tuo Regno» – è davvero impegnativa.
(Don Bruno Maggioni: estratto da “Padre Nostro” Editrice Vita e Pensiero 1998)