Sui Passi della Fede

– Padre Nostro –


Don Bruno Maggioni
Don Bruno Maggioni

INDICE:


1. Padre Nostro
2. Che sei nei cieli
3. Sia santificato il tuo Nome
4. Venga il tuo Regno
5. Sia fatta la tua volontà
6. Come in cielo così in terra
7. Il nostro pane quotidiano
8. Rimetti a noi i nostri debiti
9. Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
10. Non ci indurre in tentazione
11. Ma liberaci dal male
12. I mille volti del Padre Nostro
I mille volti del Padre Nostro

Dopo aver meditato il Padre Nostro domanda per domanda, quasi parola per parola, è bello volgersi indietro per contemplarlo nelle sue qualità fondamentali, nelle strutture che lo sorreggono e gli imprimono uno stile inconfondibile. Sono molte, ma dobbiamo accontentarci soltanto di alcune. Il Padre Nostro è una preghiera ammirevole per la sua sobrietà: non c’è una parola di troppo né aggettivi ingombranti. Già il saggio Qohelet diceva che la preghiera deve essere di poche parole. Poche, ma vere. A che serve moltiplicare le parole? Le parole inutili stancano Dio e gli uomini. E difatti Gesù ha insegnato il Padre Nostro proprio per contrapporsi alle interminabili preghiere dei pagani, «i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, ancor prima di chiederle». Il Padre Nostro è una preghiera di domande, non di lode, né di ringraziamenti. Semplicemente di domande. E questo è splendido. Si pensa – a volte – che la preghiera di domanda sia la più umile, la più interessata delle preghiere, in un certo senso persino indegna dell’uomo maturo. Forse. Personalmente penso invece che sia la preghiera più vera, quella che fotografa l’uomo nelle sue dimensioni più reali: il pericolo, l’impotenza, la paura e il bisogno. Proprio perché è una preghiera fatta di domande, soltanto di domande, il Padre Nostro è la preghiera dell’uomo. Però dell’uomo autentico, semplificato, che chiede le cose necessarie, non cose inutili e ingombranti, non le cose di troppo: il Regno di Dio, il pane di ogni giorno, il perdono, la vittoria sul male. I bisogni dell’uomo sono tanti. Così – per lo meno – pensiamo noi. Il Padre Nostro, però, ne indica soltanto tre: il pane per ogni giorno, il perdono dei peccati, la forza per vincere il male. Perché questi tre e non altri? Evidentemente perché il Padre Nostro li considera essenziali e sufficienti. Con questa scelta la preghiera di Gesù ci invita ad un chiarimento della nostra vita: ci dice quali sono i veri bisogni, invitandoci a indugiare su questi e a lasciar perdere gli altri, perché inutili, indotti e frastornanti. La preghiera del Padre Nostro è la preghiera dell’uomo semplificato. Una condizione, questa, assolutamente necessaria perché la preghiera del Padre Nostro trovi la sua verità. Il Padre Nostro è la preghiera del discepolo di Gesù, di un uomo, cioè, che vive tutto raccolto nell’attesa del Regno di Dio. Il discepolo è un uomo che prende molto sul serio l’avvertimento evangelico: «Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in più». “Cercare” è un verbo che esprime un desiderio sentito, sincero, un modo di vivere appassionato e concentrato. Chi si disperde in molte cose, sembra cercare molto, ma in realtà non cerca nulla. Un simile uomo è tutto il contrario del discepolo. E sulle sue labbra il Padre Nostro non dice nulla: parole, formule, ma non domande vere. Le prime tre richieste del Padre Nostro esprimono un solo grande desiderio: «Venga il tuo Regno». Se chi le recita non desidera il Regno, tutto si affloscia: il Padre Nostro diventa una formula abituale, una confusa domanda generale in cui si chiede a Dio tutto e niente. Se un uomo non desidera Dio, che senso può avere per lui quel «Venga il tuo Regno?». Il Padre Nostro è una preghiera che richiede delle condizioni di verità che non sono di tutti. Il Padre Nostro è una preghiera impegnativa. Pur essendo la preghiera del cristiano, anzi del vero cristiano, il Padre Nostro può dire qualcosa anche all’uomo non cristiano: non però all’uomo qualunque, all’uomo senza qualità, ma all’uomo insoddisfatto delle cose che ha e che raggiunge: un uomo che cerca una pienezza che non trova e che tuttavia continua a desiderare e a cercare. Anche quest’uomo – senza accorgersi, senza parole – esprime a modo suo il grande desiderio: «Venga il tuo Regno». Il Padre Nostro è la preghiera dei figli. Giustamente la liturgia della Messa lo introduce con queste parole: «Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire…» Osiamo: recitare il Padre Nostro è, difatti, un modo coraggioso di stare davanti a Dio. E’ il coraggio dei figli. Se il cristiano prega con tanta dignità davanti al Padre, a testa alta, non è perché è arrogante, ma perché si sente autorizzato dalla parola del Signore. Egli sa che si tratta di un coraggio regalato, ricevuto, non scoperto in noi stessi in nome di non so quale dignità. La sua radice è la dignità di essere figli come Gesù: e questo è un puro dono, che non si può vantare come cosa propria, ma della quale si può solo ringraziare. Pregare il Padre con dignità e coraggio, con confidenza, è un modo di ringraziarlo e di riconoscerlo “Padre”.
(Don Bruno Maggioni: estratto da “Padre Nostro” Editrice Vita e Pensiero 1998)